Solo adesso, a bocce ferme, dieci giorni dopo Halloween, trovo il coraggio di confessare un peccato terribile, una di quelle cose che, a lungo andare, ha minato la credibilità della Chiesa e le basi stesse della fede: ebbene sì, tanti anni fa ho permesso che i giovani organizzassero una festa di Halloween in oratorio. Non ricordo più l’anno preciso (1992 o 1993 o 1994) e forse spinto dall’ignoranza o dall’entusiasmo giovanile, spero non da un inconscio bisogno di portare i giovani di Sondrio sulle vie del neopaganesimo, ho acconsentito alla loro richiesta di mettere in piedi questa festa. Che, a dirla tutta, non ha riscosso un grande successo di partecipazione e non è stata un granché nemmeno nella realizzazione e per questo non è stata più riproposta negli anni successivi. Meno male, dico adesso che ho scoperto che questa “festa” è la causa principale dei mali che affliggono la Chiesa e che porta milioni di giovani, ragazzi e bambini alla superstizione, con la (inconsapevole?) complicità di frotte di maestre aderenti in realtà alla Wicca. Stavo già pensando, infatti, che il crollo della fiducia degli italiani nella Chiesa cattolica (i dati ufficiali parlano dell’89% degli italiani che nel 1998 riponevano la propria fiducia nella Chiesa, percentuale scesa al 56,9% nel 2011 e al 36,8% nel 2012: un crollo verticale!) fosse dovuto alle coperture e ai silenzi delle gerarchie ecclesiastiche in tema di pedofilia, agli scandali finanziari (dello IOR, ma anche di tante Curie), ai giochi di potere, alle invidie e agli sgambetti in Vaticano e in tanti altri luoghi e ambiti. Grazie al Cielo, invece, tutto questo non è vero! Il motivo per cui le percentuali di fiducia nella Chiesa e quelle, ancor più scarse, della frequenza alla Messa domenicale (15%) sono in continuo ribasso è nella festa di Halloween! Chissà, forse deve essere la solita allergia verso le streghe, che richiama alla mente di alcuni i tempi felici nei quali ardevano roghi (condivisi, purtroppo, da tutte le confessioni cristiane) sui cui finivano eretici, fattucchiere e stregoni. Tempi da guardare con nostalgia e con rimpianto, quando il pensiero era forzatamente unico e strettamente sorvegliato. Tempi nei quali ci si poteva permettere, visto che eravamo i più protetti, di fare piazza pulita di tutto il resto, con le buone o con le cattive. Colpisce, infatti, il candore con il quale viene descritta su Avvenire la vicenda di Halloween: “Halloween nasce da un antico rito celtico – il “Samain” – una specie di festival della morte per propiziarsi il favore delle divinità pagane, tanto che, nell’834, papa Gregorio IV spostò la festa di Ognissanti dal 13 maggio all’1 novembre proprio per sradicare le superstizioni druidiche e le successive celebrazioni sataniche che ne erano derivate”. Verrebbe da dire: chi la fa l’aspetti! Oggi la festa druidica si riprende il posto dal quale era stata spodestata.
Tutto questo ci dovrebbe portare a riflessioni più serie e non a battaglie di retroguardia apologetica. Potremmo farci qualche domanda, per esempio, sulla qualità della nostra evangelizzazione e della nostra testimonianza cristiana, su quale credibilità abbiano oggi tanti esponenti delle gerarchie ecclesiastiche, su quanto tempo durerà l’effetto “papa Francesco” nell’anestetizzare l’opinione pubblica e nel coprire tante incapacità (anche mie, anche nostre) di coerenza con i dettami del Vangelo. Convertirsi è importante: a livello personale, ma anche a livello comunitario. Altrimenti basterà una qualunque festa o sagra a mettere in crisi la nostra fede. E invece dovremmo essere convinti che la concorrenza non va temuta. Perché migliora il prodotto! Non saranno bambini e giovani vestiti da streghe e da scheletri ad affossare la Chiesa. Ci stiamo già lavorando con grande alacrità e impegno noi cattolici cosiddetti “praticanti”.
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