Toh, chi si rivede

Posted by : | On : 18-10-2014 | Comments (0)
E’ iniziato l’anno scolastico e, puntuale come la morte, ecco il calendario fittissimo delle manifestazioni studentesche, volgarmente denominate dai protagonisti “scioperi”. Una volta chiarito che lo sciopero è dei lavoratori, i quali ci rimettono una giornata di stipendio, e non degli studenti, i quali ci “rimettono” una giornata di scuola, immagino tra pianti e lacrime per aver dovuto rinunciare per qualche ora al bene inestimabile della cultura, mi vengono alcune domande riguardo a queste mobilitazioni di massa, che qualche decennio fa hanno contribuito a cambiare (in meglio?) il volto dell’Italia e del mondo occidentale e che hanno saputo testimoniare a prezzo della vita di tanti (in Cina) l’anelito alla libertà. Prima domanda: non sarebbe più credibile una manifestazione studentesca organizzata di Domenica o durante le vacanze estive? Lì si potrebbe finalmente parlare di un sacrificio fatto in nome di un ideale. A dire il vero diversi anni fa ci hanno provato gli alunni del Caio Plinio ad organizzare una manifestazione di sabato pomeriggio. Risultato: 8 partecipanti! Probabilmente gli unici davvero motivati. Aver insegnato per dieci anni in diverse scuole superiori mi ha permesso di incontrare centinaia di studenti e penso di poter dire, senza tema di smentita, che per la stragrande maggioranza partecipare ad una manifestazione vuol dire fare baldoria una mattina, comunque perdere qualche ora di scuola. La credibilità di una persona, di un gruppo, di...