Inizia la settimana santa e i brani di Vangelo che ci vengono proposti nei primi giorni sottolineano la frattura tra Gesù e i discepoli. Oltre alla decisione finale di Giuda, assistiamo ai proclami di fedeltà da parte di Pietro, che Gesù stesso stigmatizza, e soprattutto alla palese incomprensione, da parte di tutti, del messaggio di Gesù. La conseguenza ovvia di tutto questo è il sonno profondo dei discepoli nell’orto degli ulivi e la fuga, con i rinnegamenti. Nel momento supremo Gesù è solo e vive quello che ognuno di noi ha vissuto e magari ha fatto vivere ad altri: l’abbandono da parte delle persone care, l’incomprensione, il tradimento da parte di chi doveva comprendere e custodire. E’ un’esperienza umana dolorosa, ma fondamentale, quella della solitudine imposta, non cercata. Perché spesso è l’unica esperienza che davvero ci permette di incontrare Dio a tu per tu, senza intermediari, senza persone che ci vogliono bene, che ci aiutano, che ci sostengono. Possiamo scoprire in Lui l’unico consolatore, l’unico sostegno, l’unico veramente degno di fiducia. Fino a quando abbiamo appigli umani è difficile riuscire a gustare la presenza di Dio e siamo tentati di confondere il mezzo con il fine, fermandoci alle creature anziché arrivare al Creatore. Solo se abbiamo incontrato Dio sul serio potremo avere un rapporto giusto con tutti coloro che Lui pone sulla nostra strada. E in questo rapporto con gli altri deve sempre avere un po’ di spazio la solitudine...
Ci stiamo avviando alla fine di un’altra Quaresima, l’ennesima della nostra vita. Un periodo, quello della Quaresima, che richiama immediatamente sacrifici, digiuni e penitenze. Un periodo, quindi, non facile, che richiama inevitabilmente la tristezza. Del resto anche il Papa invita i cattolici a non avere “facce da Quaresima”! Eppure questo tempo è prezioso, ben al di là delle penitenze e dei sacrifici esteriori che si possono doverosamente fare. E’ il tempo, infatti, nel quale possiamo riscoprire un più autentico rapporto con noi stessi e con tutto quello che ci circonda. Possiamo infatti riprenderci la nostra libertà di figli di Dio, che non sono schiavi di nulla e di nessuno, che sanno dare alle cose e alle persone il giusto peso e la giusta collocazione nella propria vita. Rinunciare a qualcosa a cui siamo legati significa affermare che il fine e il signore della nostra vita è solo Dio. Non bere il caffè, non mangiare i dolci, non fumare, non arrabbiarsi, essere pazienti…tutte cose che ci fanno capire come spesso siamo pesantemente condizionati dai nostri difetti e dalle nostre debolezze a tal punto da esserne diventati schiavi. La Quaresima, dunque, è un tempo di libertà, nel quale restauriamo in noi l’immagine dell’uomo creato per la gloria di Dio e non per essere idolatra. In Quaresima abbiamo la possibilità di riscoprire che l’unica legge vera e valida è quella dell’amore. Abbiamo l’opportunità di distaccarci da qualcosa (la televisione?)...
Quest’anno, oltre alla tradizionale catechesi biblica a cura di don Roberto, la nostra Parrocchia propone sette incontri coordinati dal prof. Arcangelo Bagni: un luogo di ascolto e di dialogo in cui, dopo una presentazione del tema da parte del moderatore, i presenti possono prendere la parola per esprimere il proprio punto di vista, nell’ottica dell’ascolto reciproco.
Di seguito il calendario degli incontri e una sintesi del tema trattato a cura del prof. Bagni:
29 ottobre 2014 – in che cosa crede chi non crede
19 novembre 2014 – la “fede” nella ragione e le “ragioni” della fede
10 dicembre 2014 – la religione ha un futuro?
14 gennaio 2015 – la Bibbia, questa sconosciuta!
11 febbraio 2015 – diventare cristiani adulti
11 marzo 2015 – in un mondo di religioni
8 aprile 2015 – “voglio la mamma!”
Gli ultimi in ordine di tempo sono Bersani, Cuperlo, Fassina e altri, ma potremmo citarne a centinaia in questi ultimi decenni, appartenenti a tutti gli schieramenti. Si tratta dei politicanti delle “fronde interne” cioè quelli che si dicono pubblicamente in disaccordo con provvedimenti a favore dei quali votano poi in Parlamento. Mi chiedo con quale faccia si presentino all’opinione pubblica, ma sulla tipologia di certe facce la saggezza popolare ha già detto molto, accostandole a svariati prodotti e parti del corpo. Da buon ingenuo e idealista che, di disillusione in disillusione, continua a conservare un briciolo di speranza nelle capacità positive dell’uomo, resto ancora allibito davanti al dramma dell’incoerenza elevata a virtù. Mi chiedo: è così difficile restare coerenti con i propri ideali o anche solo con quello che si dice anche a costo di pagare dazio? E’ ancora possibile per qualcuno alzarsi al mattino, guardarsi allo specchio e potersi definire una persona che combatte davvero, concretamente per i propri ideali, costi quel che costi? Penso a quanto sia difficile, oggi, mantenere la coerenza nel bene. Forse sono avvantaggiati i delinquenti, gli imbroglioni, i parolai, insomma quelli che si fanno beffe del messaggio di Cristo, ma anche di un’idea di umanità dove sia importante una convivenza basata sulla fiducia e su regole certe, uguali per tutti. Purtroppo in ogni ambito del vivere civile stiamo assistendo alla fiera del servilismo pauroso e della...
Tutti sappiamo che i bambini iniziano il percorso di catechismo in I elementare, ma la nostra Parrocchia ha pensato ad una proposta anche per i bambini più piccoli e le loro famiglie.
Ecco allora l’idea di organizzare un momento di accoglienza, conoscenza e condivisione per tutti i genitori con bambini da 0 a 6 anni.
Appuntamento domenica 22 marzo
Tutte le famiglie con bambini da 0 a 6 anni sono invitate in oratorio domenica 22 marzo alle ore 16.00: si farà merenda insieme e verrà allestita un’apposita area dove i più piccoli potranno giocare tranquillamente mentre i genitori incontreranno don Roberto e due coppie di sposi che li accompagneranno nel cammino.
“Che noia, questo Papa! Che cosa continua a rimestare, a soffiare sul fuoco? Ma non lo sa che il silenzio è d’oro e non c’è soluzione migliore per i problemi che quella di tacere e far finta che non ci siano?”. Immagino che siano stati questi i pensieri di tanti cattolici praticanti e zelanti (si sa, sono quelli che ci tengono di più alla Chiesa e alla sua reputazione!) davanti alla lettera che Papa Francesco ha inviato ai presidenti delle conferenze episcopali e ai superiori degli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica per illustrare il senso e i compiti della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, il 5 febbraio 2015. Ci sono parole molto forti, contenute in questa lettera. Dice il Papa: “Nel luglio dello scorso anno l’incontro con alcune persone che hanno subito abusi sessuali da parte di sacerdoti mi ha offerto l’occasione di essere diretto e commosso testimone delle loro sofferenze e della solidità della loro fede. Ciò mi ha ulteriormente confermato nella convinzione che occorre continuare a fare tutto il possibile per sradicare dalla Chiesa la piaga degli abusi sessuali sui minori e aprire una via di riconciliazione e di guarigione in favore di coloro che sono stati abusati… Le famiglie devono sapere che la Chiesa non risparmia sforzi per tutelare i loro figli e hanno il diritto di rivolgersi ad essa con piena fiducia, perché è una casa sicura. Non potrà, pertanto, venire accordata priorità ad altro tipo di considerazioni,...