Come ogni anno è iniziato il grest. E vedere all’opera così tanti volontari, tutti insieme contemporaneamente, mi fa sempre impressione. Giovani e diversamente giovani che dedicano ore del proprio tempo, gratuitamente, per gli altri riaccende la speranza in un mondo migliore. E in una Chiesa migliore. Dare un po’ di sé stessi gratuitamente (ma forse fa più impressione dire “gratis”) è il modo migliore per affermare che il bene esiste e trova in sé stesso la propria ricompensa. In un mondo che tende sempre (in ogni epoca e non solo oggi) ad essere cinico, a pensare più alle cose materiali che al resto, che ha sempre la tentazione di credere che il denaro può comprare anche la felicità, chi fa volontariato riesce a procurare una ventata di aria fresca, che dissipa i soffocanti miasmi di chi guarda solo al profitto materiale. Penso che la Chiesa, in particolare, debba sempre più riscoprire questa dimensione. Si possono trovare persone altamente competenti disposte a prestare la propria opera gratis in tutti gli ambiti. Perché non offrire loro questa possibilità? Qualche anno fa andava di moda, in Diocesi non lontane dalla nostra, la figura dell’animatore di oratorio (o, meglio, coordinatore o manager o factotum) assunto e stipendiato. Chissà come è andato a finire questo esperimento? A me sembrava alquanto fuori luogo. È vero che dava lavoro ad un giovane, ma tarpava le ali a tanti altri, annullando le loro possibilità di impegno gratuito. Lo stesso vale per il settore amministrativo, per le segreterie. Chi ha detto che una persona stipendiata, a tempo pieno, sia meglio di due che offrono un po’ del proprio tempo gratuitamente? Mi rendo conto di fare ragionamenti terra terra, che non tengono conto delle grandi teorie macroeconomiche, ma che partono da una frase di Gesù: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Il volontariato rende molto bene l’idea dell’Amore gratuito di Dio e gli offre una bellissima testimonianza. E crea rapporti autenticamente liberi, senza interessi da difendere che non siano quelli del bene comune: se nessuno mi stipendia nessuno può impormi di andare contro la mia coscienza. Mi rendo conto che una situazione del genere può non essere accessibile a tutti. Ma è proprio vero? Anni fa un papà che aveva un lavoro molto impegnativo mi diceva: “se voglio essere onesto fino in fondo io le troverei due ore la settimana da dedicare agli altri. Ma non ne ho voglia”. Ecco il punto: la voglia! Il desiderio di mettersi in gioco, di sudare in un cortile in mezzo a torme di bambini urlanti anziché bersi il cervello e le relazioni di fronte ad un computer o ad un telefonino. La voglia di dare un segno a sé stessi e agli altri lasciandosi provocare e coinvolgere da Uno morto in croce “gratis”! La nostra mentalità materialista fa fatica ad accettare la sfida di Gesù e con tante scuse e giustificazioni cerca sempre di affermarsi in modo più o meno subdolo e strisciante. Ma alla fine quell’uomo-Dio che si offre in sacrificio non può lasciarci totalmente indifferenti e, prima o poi, si farà strada nei nostri cuori, troppo spesso resi duri dalla scarsità di fede. Un “grazie” grandissimo agli animatori e a tutti i volontari adulti del nostro grest. Mi fanno ricordare che Gesù è morto “gratis” per me. E per tutti.
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