Alle 9.45 i posti a sedere sono già esauriti. I bambini stanno seduti per terra sull’altare e alle, 10, sotto la pioggia, la gente è anche sul sagrato con l’ombrello aperto. E’ domenica 13 settembre, non un giorno qualunque. E’ il giorno del saluto a don Roberto, destinato ad una nuova parrocchia, quella di Grandate. La comunità di San Giuliano lo attende per l’ultima Messa. Non c’è un passaggio di consegne e il rischio di percepire il vuoto è alto, ma la partecipazione massiccia di persone aiuta a intravvedere la strada, a percepire il percorso possibile, i sassi solidi su cui poggiare i piedi al guado di un fiume. Perché una guida forte sa insegnare a proseguire da soli. Le parole di don Roberto suonano ancora di più come una marcia, che invita a camminare. “La parrocchia di San Giuliano può farcela anche da sola”. Parrocchia che, in queste occasioni, si scopre grande, articolata, ricca e numerosa, grazie ad un lavoro di cesello che ha permesso, contaminazioni, incroci e contatti. Quartieri e vie che don Roberto ha saputo allargare, aprire, scoprire. La festa è il segno della riconoscenza, la presenza delle persone, un gesto d’affetto. Al termine della Messa un canto francescano di benedizione offre una cornice di semplicità e di profondità alla mattinata, quella che don Roberto ha sempre cercato di infondere in ogni fedele. Così la comunità ha potuto stringersi attorno a lui e augurare un “buon cammino”, con la speranza di avere presto una nuova guida, ma certi di avere la forza e la fede per proseguire il sentiero della crescita e della condivisione.
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