Quello di giugno è sempre un mese di grande fibrillazione per le Comunità parrocchiali. Con le nuove Ordinazioni, infatti, si dà vita ad un movimento di preti che si trasferiscono da un luogo all’altro. Già, perché il prete ha sempre la valigia in mano, è un uomo libero, che può obbedire al Vescovo sempre e comunque, proprio perché la sua vita trova un senso pieno nel servire Cristo servendo la Chiesa, senza scegliersi il posto e la funzione. Il prete, così, diventa un richiamo al mistero di un Dio che ha voluto porre la sua tenda in mezzo a noi, ma che non aveva nemmeno un sasso dove posare il capo. E quanti preti così ci sono! Certo, esistono anche i preti pedofili, i profittatori, quelli alla perenne ricerca di “monsignorati”, quelli che hanno l’amante e quelli che vanno in alberghetti con prostitute. Ma perché non dire che sono una minoranza nettissima? Perché non parlare mai di tutti gli altri, di quelli che fanno umilmente ogni giorno il proprio dovere, senza cercare posti di prestigio, che si consumano in un confessionale, che vanno a trovare i malati, che vivono il proprio sacerdozio con serenità, senza frustrazioni? Questi preti sono la maggioranza, anche se non fanno rumore. Sono i preti sui quali un Vescovo può veramente contare, anche se non sono annoverabili tra gli adulatori e dicono pane al pane e vino al vino. Diciamo la verità: quanti ne conosciamo? Io ne conosco tantissimi! Uomini innamorati di Gesù, che non guardano l’orologio per contare le ore di lavoro, che sanno ascoltare tutti, che fanno un mucchio di opere di carità senza sbandierarlo al mondo intero. E come li conosco io così li conoscono le decine di migliaia di persone che frequentano le nostre Parrocchie. Magari uno terrà la predica un po’ lunga, quell’altro sarà un po’ burbero…Ma quanto impegno, quanta abnegazione al servizio autentico del popolo di Dio.
E tuttavia sembra (lo dicono tanti esperti e qualche statistica) che il sacerdozio sia in crisi non solo numerica, ma anche “esistenziale”. Continuo a credere che la “Cristoterapia” sia la cura migliore, che trovare un tempo adeguato da dedicare alla preghiera, all’intimità con Gesù sia non solo doveroso, ma anche utile e… bello! Arrivare stanchi, la sera, e sapere che ti aspetta Colui che ti ha accompagnato per tutta la giornata e che adesso è lì, solo per te… Sono momenti impagabili, che riempiono i vuoti, che medicano le ferite, che stemperano le tensioni. Certo, a volte ci vuole anche altro. Un sano riposo, la comprensione e la paternità non solo a parole di chi sta “in alto” (e non intendo il Padreterno!), la vicinanza amichevole di altri sacerdoti… Tutte cose importanti, che però non possono mai sostituire Gesù. Anche perché, di sostituzione in sostituzione, si rischia di arrivare a…
Preghiamo per i preti, perché siano sempre un esempio per la Comunità ecclesiale e per il mondo intero.
Abbiamo bisogno di sacerdoti capaci di comunicare la gioia di aver incontrato Gesù, che non riducano il Cristianesimo ad una serie infinita di “no” pronunciati con volto arcigno e tono stizzoso, che siano liberi in Cristo per poter condurre anche gli altri alla libertà. Come dice papa Francesco, che abbiano l’odore delle pecore e che siano autentici pastori e non “pettinatori” delle pecore.
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