Auguri/3

Di : | Il : 07-02-2015

Tra le malattie che possono insinuarsi nella curia romana e in qualsiasi altro corpo ecclesiale ce n’è una che sembra abbastanza strana già nel nome. Secondo il Papa, infatti, la curia è affetta da “martalismo”, cioè da quel terribile morbo che trova la sua origine in Marta, sorella di Maria e di Lazzaro, che ci viene descritta dai Vangeli come tutta concentrata sulle faccende domestiche e incapace di capire che cosa interessa davvero a Gesù. E proprio da Gesù la povera Marta viene rimproverata per essersi preoccupata e agitata per molte cose, tralasciando l’unica cosa buona, appunto Gesù stesso. Secondo il Papa il “martalismo” coincide con l’eccessiva operosità. Cosa lodevole, entro certi limiti. Ma quando diventa eccessiva fiducia nella propria efficienza, quando porta a credere che la Grazia di Cristo è superflua perché quel che davvero conta è organizzare bene le cose, quando fa perdere di vista la nostra precarietà di creature, quando ci fa credere che solo la nostra capacità organizzativa e la nostra abnegazione possono dar lustro alla Chiesa e al suo Signore, allora siamo dentro il terribile peccato dell’autosufficienza, tipico di chi ritiene formalmente importante l’azione dello Spirito Santo, ma in realtà crede solo in se stesso, nelle proprie capacità e nella propria volontà ferrea. Molto spesso chi la pensa così riceve l’applauso di tanti. Applausi che sottolineano l’impegno indefesso, la costante presenza (le assenze, anche quelle per malattia, sono un chiaro segno di debolezza!), la forza indomita con cui vengono perseguiti gli obiettivi… Ma fu vera gloria? E se Gesù avesse voluto anche altro? E se Gesù avesse voluto parlare un po’ a tu per tu con costoro? E se Gesù avesse voluto far qualcosa anche Lui in quell’iniziativa? Un rischio che corriamo tutti è quello di non trovare tempo per pregare, per stare con Gesù. E non c’è bisogno di arrivare a credere che la preghiera sia tempo perso, una cosa buona per le vecchiette che non hanno niente di più utile da fare (quante volte ho sentito gente che sosteneva la grande utilità dei missionari e l’assoluta inutilità delle monache di clausura! E persone che si spacciavano per cristiani impegnati!). Quando riteniamo che il mondo lo salviamo noi o le strutture o la Messa a dimensione di bambino o l’iniziativa che ha riempito l’oratorio allora stiamo andando alla deriva, ci stiamo allontanando da Gesù, stiamo prendendo il Suo posto. E la Chiesa viene ridotta ad una grande organizzazione che sfama, che fa proseliti, che educa, che intrattiene, che fa fare sport, che ha un sacco di strutture stupende… Povera Chiesa! E poveri noi! Dobbiamo trovare tempo per stare con Gesù, ai Suoi piedi, per lasciarci istruire e guidare, come ha fatto Maria, la sorella di Marta. Qualche riunione organizzativa in meno, qualche corsa in meno e qualche preghiera in più. E magari le cose andranno meglio. Se non altro avremo lasciato un po’ di spazio allo Spirito Santo.

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