“Che noia, questo Papa! Che cosa continua a rimestare, a soffiare sul fuoco? Ma non lo sa che il silenzio è d’oro e non c’è soluzione migliore per i problemi che quella di tacere e far finta che non ci siano?”. Immagino che siano stati questi i pensieri di tanti cattolici praticanti e zelanti (si sa, sono quelli che ci tengono di più alla Chiesa e alla sua reputazione!) davanti alla lettera che Papa Francesco ha inviato ai presidenti delle conferenze episcopali e ai superiori degli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica per illustrare il senso e i compiti della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, il 5 febbraio 2015. Ci sono parole molto forti, contenute in questa lettera. Dice il Papa: “Nel luglio dello scorso anno l’incontro con alcune persone che hanno subito abusi sessuali da parte di sacerdoti mi ha offerto l’occasione di essere diretto e commosso testimone delle loro sofferenze e della solidità della loro fede. Ciò mi ha ulteriormente confermato nella convinzione che occorre continuare a fare tutto il possibile per sradicare dalla Chiesa la piaga degli abusi sessuali sui minori e aprire una via di riconciliazione e di guarigione in favore di coloro che sono stati abusati… Le famiglie devono sapere che la Chiesa non risparmia sforzi per tutelare i loro figli e hanno il diritto di rivolgersi ad essa con piena fiducia, perché è una casa sicura. Non potrà, pertanto, venire accordata priorità ad altro tipo di considerazioni, di qualunque natura esse siano, come ad esempio il desiderio di evitare lo scandalo, poiché non c’è assolutamente posto nel ministero per coloro che abusano dei minori… Al vescovo diocesano e ai superiori maggiori spetta il compito di verificare che nelle parrocchie e nelle altre istituzioni della Chiesa venga garantita la sicurezza dei minori e degli adulti vulnerabili… I pastori e i responsabili di comunità religiose siano disponibili all’incontro con le vittime e i loro cari: si tratta di occasioni preziose per ascoltare e per chiedere perdono a quanti hanno molto sofferto… Il Signore Gesù infonda in ciascuno di noi, ministri della Chiesa, quell’amore e quella predilezione per i piccoli che ha caratterizzato la Sua presenza fra gli uomini e che si traduce in una speciale responsabilità per il bene dei minori e degli adulti vulnerabili. Ci aiuti Maria Santissima, Madre della tenerezza e della misericordia, a compiere con generosità e rigore il nostro dovere di riconoscere umilmente e di riparare le ingiustizie del passato e ad essere sempre fedeli al compito di proteggere coloro che Gesù predilige”. Credo che non ci sia bisogno di alcun commento. E credo che ci siano spunti per un esame di coscienza da parte di tanti membri della Chiesa: vescovi, preti, religiosi/e, laici. Purtroppo le parole del Papa rischiano di restare solo parole, perché è difficile ancora scardinare una certa mentalità e un certo modo di intendere lo scandalo. Concludo con quanto ha detto il card. O’Malley, arcivescovo di Boston e presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, durante la conferenza stampa di presentazione della Commissione stessa: “Negli Stati Uniti molte migliaia di cattolici hanno lasciato la Chiesa scandalizzati non tanto dalla fragilità umana e dalla debolezza dei preti, ma dagli errori e dall’incompetenza dei vescovi e dei superiori religiosi che hanno mancato di proteggere i bambini da questi predatori. A molti fedeli è sembrato che la reputazione o il patrimonio finanziario della Chiesa fossero più importanti della vita degli innocenti… Non si tratta di evitare brutte figure, ma di un’opportunità per fare propria la missione della Chiesa: proteggere i più piccoli, fare giustizia a coloro che sono stati feriti tremendamente da sacerdoti e vescovi che dovevano portare la buona novella e il messaggio della guarigione.”
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