Sono terminati da poco, in varie città d’Italia e del mondo, i cosiddetti “gay pride”, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato il via libera ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, la Comunione anglicana ha recentemente vissuto momenti molto difficili per la discussione riguardante la possibilità di diventare vescovi a persone omosessuali conviventi: insomma, si parla molto di questo tema, anche nella Chiesa Cattolica.
Mi è venuto in mente, infatti, un articolo del nostro Settimanale diocesano, risalente ormai all’11 maggio scorso, articolo nel quale il Direttore indirizzava una sorta di lettera ad un letterario “amico gay”. Ad un certo punto si diceva, in un crescendo di comprensione e di com-passione: “C’è una secolare, odiosa discriminazione a cui bisogna mettere fine… Quel triangolo rosa, che ti contrassegnava nei lager nazisti, lo portiamo tatuato nella nostra cattiva coscienza. E’ ora di dire basta. E’ ingiusto che una persona, a causa di questa sua tendenza, sia penalizzata nel suo percorso professionale o emarginata tra i fumi dello spogliatoio di una squadra di calcio o sfavorita nelle graduatorie delle accademie militari”. Tutte cose vere ed esecrabili, ma, per onestà e coerenza, mi sarei aspettato anche qualcosa del tipo: “è ingiusto che una persona, per questa sua tendenza, sia espulsa dai Seminari e non possa ricevere il Sacramento dell’Ordine”. Già, perché forse non tutti sanno che il 4 novembre 2005 la Congregazione...
Spesso si sentono voci di critica sull’operato delle Parrocchie e qualcuno tende anche a contrapporre la Chiesa vecchia e stantia delle Comunità raccolte attorno ad un Parroco con quella vivace, giovanile ed evangelizzatrice dei movimenti, dei gruppi e delle associazioni.
Devo dire che a me piace la Parrocchia perché è la traduzione attuale del “pose la tenda in mezzo a noi” di evangelica memoria. La Parrocchia è il segno della presenza di Dio in mezzo alle case, ai negozi, alle fabbriche. Penso alla benedizione annuale delle famiglie, strumento insostituibile dell’incontro con tutti coloro che abitano e lavorano in quella porzione di territorio (forse con troppa leggerezza qualche Parroco la trascura, sostituendola con una benedizione di “quartiere” o addirittura con la distribuzione di un “Kit fai da te”): è veramente una Chiesa di “prossimità”, una Chiesa che si fa vicina, che va a cercare e non si limita ad aspettare dentro un edificio. Ci lamentiamo perché le persone adulte non partecipano alla catechesi, ma noi preti siamo capaci di sfruttare i momenti di catechesi spicciola che la nostra presenza sul territorio ci mette a disposizione?
La Parrocchia è bella perché è frequentata da tutti e non solo dai “migliori”. Mi piace tantissimo la Messa parrocchiale, perché sono presenti i neonati e i novantenni, quelli che cantano e quelli che non cantano, quelli che ascoltano la predica e quelli che dormono… E’ l’umanità con tutte le sue...
Orari SS. Messe di luglio e agosto
Da domenica 7 luglio è sospesa la S. Messa domenicale delle ore 18.00: riprenderà domenica 1 settembre.
Da lunedì 15 luglio a sabato 31 agosto le SS. Messe saranno celebrate nei seguenti orari:
Lunedì – Venerdì: ore 9.00
Sabato: ore 9.00 e 18.00 (prefestiva)
Domenica: ore 10.00 e 11.30
Confessioni
Le confessioni sono sospese da sabato 13 luglio a sabato 3 agosto compreso.
Quello di giugno è sempre un mese di grande fibrillazione per le Comunità parrocchiali. Con le nuove Ordinazioni, infatti, si dà vita ad un movimento di preti che si trasferiscono da un luogo all’altro. Già, perché il prete ha sempre la valigia in mano, è un uomo libero, che può obbedire al Vescovo sempre e comunque, proprio perché la sua vita trova un senso pieno nel servire Cristo servendo la Chiesa, senza scegliersi il posto e la funzione. Il prete, così, diventa un richiamo al mistero di un Dio che ha voluto porre la sua tenda in mezzo a noi, ma che non aveva nemmeno un sasso dove posare il capo. E quanti preti così ci sono! Certo, esistono anche i preti pedofili, i profittatori, quelli alla perenne ricerca di “monsignorati”, quelli che hanno l’amante e quelli che vanno in alberghetti con prostitute. Ma perché non dire che sono una minoranza nettissima? Perché non parlare mai di tutti gli altri, di quelli che fanno umilmente ogni giorno il proprio dovere, senza cercare posti di prestigio, che si consumano in un confessionale, che vanno a trovare i malati, che vivono il proprio sacerdozio con serenità, senza frustrazioni? Questi preti sono la maggioranza, anche se non fanno rumore. Sono i preti sui quali un Vescovo può veramente contare, anche se non sono annoverabili tra gli adulatori e dicono pane al pane e vino al vino. Diciamo la verità: quanti ne conosciamo? Io ne conosco tantissimi! Uomini innamorati di Gesù, che non guardano l’orologio per contare...
E’ iniziato uno dei periodi più belli dell’anno per un prete che, nel profondo dell’anima, resta un “animale da cortile” (definizione che qualifica il prete che sta in mezzo ai ragazzi nel cortile dell’Oratorio, coniata da un salesiano molto in gamba). L’estate porta con sé il Grest e i campi, momenti educativi ineguagliabili, dove bambini, ragazzi, adolescenti e giovani possono vivere davvero un’esperienza di comunione e di servizio. In questi giorni, quindi, il Signore mi concede il privilegio di vivere a stretto contatto con la gioventù, di vedere all’opera i nostri ragazzi dai 14 ai 18 anni, di osservarli mentre passano le mattine a preparare meticolosamente le attività pomeridiane, mentre sudano e si entusiasmano sotto il sole pomeridiano, mentre con delicatezza materna si preoccupano del bambino che tende ad isolarsi o medicano quello che è caduto e si è sbucciato il ginocchio. Sono uno spettacolo, questi ragazzi! Spesso abbiamo un’idea dei giovani negativa, li vediamo come un problema. Certo, qualche volta è così: oltre a quelli che sudano a servizio degli altri, ci sono anche quelli che bighellonano tutto il giorno trascinandosi da un locale all’altro oppure fanno di peggio nelle zone un po’ più defilate. Ma perché non vedere tutti quelli entusiasti, desiderosi di cambiare il mondo, capaci di generosità, quelli che fanno volontariato? Perché non si prova ad ascoltarli, questi giovani, invece di offrire sempre ricette preconfezionate...
Auguri don Roberto!
Don Roberto Pandolfi ha festeggiato i 25 anni di sacerdozio: il nostro Parroco, infatti, è stato ordinato sacerdote l’11 giugno 1988.
La nostra comunità ha ricordato questo importante anniversario domenica 16 giugno alla S. Messa delle ore 10.00, concelebrata da don Titino, don Roberto Bartesaghi e don Enea. Moltissimi i parrocchiani presenti, che hanno manifestato a don Roberto la loro riconoscenza per il ministero svolto e soprattutto per aver trovato in lui un vero padre e pastore.
Servire, stupirsi, sperare, sorridere
Da parte sua, don Roberto ha incentrato l’omelia sulla figura del sacerdote, evidenziando quattro verbi che dovrebbero costituire altrettante parole d’ordine per ogni prete: anzitutto servire, perché ogni sacerdote è chiamato a servire Dio e i fratelli. Poi stupirsi: delle meraviglie che il Signore semina nella nostra vita, ma anche delle cose brutte, perché di fronte al male non si può restare indifferenti, ma è giusto scandalizzarsi.
Sull’esempio di Gesù che, come narra il Vangelo di questa domenica, perdona la peccatrice, il prete deve inoltre sperare per poter a sua volta dare speranza agli altri e offrire un’altra opportunità a chi ne ha bisogno. E infine sorridere: perché un vero annunciatore della Buona Novella non può presentarsi con il broncio!
Benedicat tibi Dominus!
Dopo la Comunione i bambini e i ragazzi presenti hanno intonato la Benedizione di S. Francesco a Frate...